Il nostro mondo sempre più digitale sta coniando nuovi termini e nuove figure professionali: stiamo parlando dell’UXD, acronimo di User Experience Design, che si occupa di analizzare le modalità di fruizione delle pagine web da parte degli utenti, renderle più intuitive e facili da navigare per migliorare l’esperienza web e aumentare la soddisfazione dei clienti. Ci sono differenti punti critici che possono essere sottovalutati nella creazione e nello sviluppo di siti, piattaforme e-commerce o landing page; un’esperienza ottimale può essere determinata da scelte stilistiche, contenuti chiari e interessanti, call to action ben posizionati, frutto di sequenze e processi pensati e progettati in modo fluido e logico.
Se da un lato le tecnologie si stanno sviluppando ed evolvendo in dispositivi sempre più complessi (realtà aumentata, macchinari in grado di dialogare con gli utenti, Intelligenza Artificiale e Machine Learning) dall’altro gli utenti sono alla ricerca di esperienze tecnologiche smart e personalizzate, quasi umanizzate, in grado cioè di coinvolgerli, appassionarli ed emozionarli: le interfacce non si possono più limitare solo a condurre l’utente a “guardare” il sito, ma acquistano il compito – sempre più arduo – di raccontare storie relative al prodotto digitale che rappresentano.
Ecco allora quali sono i focus a cui prestare attenzione per la ricerca della miglior esperienza di navigazione possibile:
- la Tipografia: spesso ne sottovalutiamo l’importanza, ma è la prima cosa che cogliamo durante la nostra navigazione. La scelta del giusto font può evocare attenzione, interesse, emozioni, spesso è ciò che dà voce e colore al testo, stabilisce una gerarchia nei contenuti e può persino definire la giusta cadenza e il ritmo di lettura. Viceversa un carattere di scrittura sbagliato (spesso troppo complesso o persino contorto) non solo allontana il nostro interesse, ma suscita persino disturbo o fastidio (provate a pensare alle volte in cui prima di leggere avete dovuto decifrare il testo!!). Non si tratta solamente di trovare un font esteticamente bello, gradevole alla vista e facile da scorrere; a volte può essere anche solo una questione di piccoli dettagli, sfumature, come ad esempio l’eccessivo spazio tra le lettere, che ci induce a rompere il ritmo di lettura e, di conseguenza, a perderne il senso.
- Il Copy: se il font ha il compito di attirare l’utente, il testo deve coinvolgerlo, quasi avvolgerlo, attraverso il potere dello storytelling. Raccontando la storia del brand l’utente ne comprende il valore profondo perché sente di farne parte, perché quella storia parla il linguaggio delle emozioni, evoca immagini, colloca il prodotto nella sua vita quotidiana, dandogli un ruolo ed un significato.
- I Video: l’inserimento di contenuti video, specialmente a servizio dello storytelling, ha un potere comunicativo assoluto perché è in grado di generare immagini emotive uniche, immediate, dirette e per questo efficacissime. Bisogna prestare la massima attenzione però alla qualità del video, agli aspetti grafici, al montaggio delle immagini e al messaggio comunicativo che si vuole trasmettere: i nostro occhi oggi sono abituati al “bello” (immagini nitide, prive di ogni difetto, luminosità e regolazione dei colori ottimali, sequenze fluide): un video scadente potrebbe addirittura nuocere alla nostra brand identity.
- Elementi visual minimi: la tendenza per il 2019 sarà ancora quella del minimalismo, che individua e valorizza gli elementi essenziali del nostro messaggio, eliminando tutti quegli aspetti inutili e superflui che distolgono l’attenzione al nostro focus comunicativo. Anche le componenti grafiche giocheranno a favore dell’essenziale, preferendo palette di colori vivaci, ma limitate, linee pulite e nitide.
- Micro interaction: stiamo parlando di tutti quei micro elementi dinamici che si attivano in automatico durante la navigazione, e che hanno il compito da un lato di supportare l’utente nella consultazione del sito, semplificando la comprensione delle varie interfacce, dandogli feed back e guidandolo verso il raggiungimento dei suoi obiettivi, stimolando reazioni emotive positive; d’altro lato il loro sviluppo aiuta a mettere in risalto, spesso anche in chiave ironica, le caratteristiche del prodotto e del brand, distinguendolo dalla concorrenza e donandogli personalità.
- Voice Assistant: altro elemento che abbiamo conosciuto di recente e che sarà destinato a svilupparsi nei prossimi anni è il comando vocale. Con Google Home e Alexa abbiamo potuto sperimentare il fascino di poter dialogare con un dispositivo e accedere ai servizi del web senza dover utilizzare le mani!
- Realtà Virtuale: probabilmente a causa dei costi piuttosto elevati ha subito una battuta d’arresto, ma sicuramente presenta aspetti davvero interessanti. La Virtual Reality può giocare un ruolo fondamentale nel marketing perchè ha il vantaggio di poter raccontare liberamente qualunque tipo di storia sul prodotto o sul brand di riferimento: cala l’utente in un contesto completamente distinto da quello reale, in cui è possibile creare immagini straordinarie, dare libero sfogo alla fantasia, disegnare il luogo in cui il brand può diventare “mito”.
- Realtà aumentata: a differenza della Virtual Reality la Augmented Reality ha il fascino di amplificare la realtà partendo da elementi concreti. Il suo potere comunicativo nel mondo del marketing è saper andare oltre lo storytelling: può non solo raccontare, ma dimostrare le caratteristiche e le peculiarità del nostro brand attraverso immagini realistiche, in cui desideri, aspettative e fantasie generati da un brand, vengono proiettati in un contesto familiare, immediato e accessibile.